LE PERSONALITÀ ALIMENTARI: il nostro approccio al cibo dice chi siamo

Hai mai pensato di avere una personalità alimentare? Probabilmente no e magari non hai neanche immaginato potessero esistere delle personalità alimentari. Certamente avrai un’idea di cosa siano le personalità classiche. In psicologia per personalità si intende quell’insieme di caratteristiche rappresentative di una persona, che ne rispecchiano gusti, preferenze e modalità di comportamento. La personalità però può essere intesa anche in termini alimentari.

Cosa si intende per personalità alimentare?

Nel corso degli anni come psicologa clinica mi sono resa conto che una serie di comportamenti alimentari si ripetevano con una certa frequenza. Questa osservazione ha innescato in me una grande curiosità che mi ha spinto a condurre una ricerca vera e propria. Il mio obiettivo era trovare le possibili correlazioni tra i disturbi alimentari e i comportamenti relazionali. È stato un lavoro lungo e impegnativo con una osservazione quotidiana dei miei pazienti e del loro rapporto con il cibo. I risultati che ho ottenuto sono stati così significativi che ho presentato la mia ricerca al Congresso Was Association for Sexual Health di Praga nel mese di  maggio del 2017. Nel mio studio ho notato come certi tipi di comportamenti fossero affini non solo a determinati disturbi alimentari ma anche a disagi alimentari. Continuando nella ricerca ho dimostrato in maniera sempre più evidente che ad una modalità di comportamento alimentare era associata una tipologia di personalità. Il cibo non è solo una fonte di piacere per le persone, ma ha anche una capacità consolatoria. Alla fine sono riuscita a tracciare un legame tra cibo, vita affettiva e vita relazionale. Ho suddiviso quindi questi pattern comportamentali e ho dato loro un nome rappresentativo, che racchiudesse le peculiarità di quella personalità.

Quali sono le personalità alimentari?

Le personalità alimentari che ho individuato si basano sui differenti approcci che le persone hanno nei confronti degli alimenti ovvero:

  • scelta razionale o irrazionale dei cibi
  • voracità
  • velocità di masticazione
  • controllo
  • gusto
  • inconsapevolezza alimentare
  • educazione alimentare
  • stile di vita
  • abitudini alimentari.

In particolare, basandomi sui diversi approcci al cibo ho potuto distinguere 4 personalità alimentari:

  • Il food addicted,
  • Il mangiatore orgasmico,
  • L’ipercontrollato
  • Il resistente inconsapevole.

Vediamo ora nello specifico le singole personalità alimentari.

Tipo di personalità alimentare food addicted

Il food addicted è una persona che ha sviluppato una vera e propria dipendenza da cibo; consuma per lo più cibi grassi e golosi che sedano il suo stato di ansia e preoccupazione. Il cibo è vissuto dal food addicted come un sedativo.

Tipo di personalità alimentare mangiatore orgasmatico

Il mangiatore orgasmico (link cibo orgasmatico) è una persona che utilizza il cibo come fonte primaria di piacere; il cibo diventa un sostituto del piacere affettivo-sessuale e diventa l’unico mezzo per sentirsi appagato/a.

Tipo di personalità alimentare ipercontrollato

L’ipercontrollato è una persona che segue delle regole rigide in fatto di alimentazione. Prima di acquistare un prodotto al supermercato, l’ipercontrollato legge tutte le etichette alimentari controllandone gli ingredienti e i valori nutrizionali. È sempre attento alle calorie che assume, cerca quasi sempre prodotti BIO e non si concede alcuno sfizio alimentare.

Tipo di personalità alimentare resistente inconsapevole

Il resistente inconsapevole è una persona che nella maggior parte dei giorni si alimenta correttamente: sta attento a non esagerare e ogni tanto si concede qualche sfizio, pasticciando con qualche alimento. Tuttavia è in grado di ritornare alle sue sane abitudini alimentari.

Con questa mia breve analisi spero che tu abbia compreso l’importanza che il cibo può assumere nella vita di ciascuno di noi. L’alimentazione, infatti, non coincide semplicemente con gli alimenti che scegliamo a pranzo o a cena, ma è un concetto ampio che abbraccia le abitudini, le emozioni, le relazioni amicali, familiari e amorose, il livello di attività, la soddisfazione lavorativa e personale. Le risorse, le fragilità, le mancanze, l’autostima delle persone si riflettono sulle loro scelte alimentari; è importante quindi indagare tutte queste componenti per avere un quadro completo di ciascun individuo.

L’argomento ti ha incuriosito? Vuoi saperne di più sulle personalità alimentari?

Ho pubblicato un libro che descrive diversi casi clinici collegati proprio alle personalità alimentari, Il Metodo AG.O

I Nuovi Disturbi del COMPORTAMENTO Alimentare

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) certamente più noti sono anoressiabulimiabinge-eating 

Con la nuova edizione del DSM, però, alcuni criteri precedenti sono stati sottoposti a revisione e modifiche e si assiste anche all’introduzione di nuovi DCA. 

Le motivazioni alla base di questi cambiamenti derivano principalmente dal fatto che i criteri precedentemente imposti dal DSM fossero troppo rigidi e molto persone, dunque, ricevevano una diagnosi che non corrispondeva al reale disagio.

I disturbi del comportamento alimentare introdotti dalla nuova edizione sono: 

  • La pica
  • Il mericismo (disturbo da ruminazione)
  • Disturbo alimentare evitante/restrittivo

La Pica

La pica consiste nella corrente ingestione di sostanze non nutritive, dunque di sostanze che non sono considerate come alimenti. Si parla ad esempio di:

  • Xilogagia–> ingerire la carta
  • Geofagia–> ingerire la terra 
  • Pagofagia–> ingerire il ghiaccio 

Il Mericismo

Il mericismo (o disturbo da ruminazione) è l’abitudine di rigurgitare il cibo deglutito per poi continuare a masticarlo e deglutirlo nuovamente o sputarlo

Spesso il mericismo si associa all’età infantile e dunque sembrerebbe un disturbo transitorio. Altre volte, invece, esso può persistere nel tempo. 

Disturbo evitante/restrittivo

Il disturbo alimentare evitante/restrittivo si configura come un quadro clinico tipico dell’età evolutiva nonostante si possa manifestare anche in età adulta. In questa categoria rientrano: 

  • “Choking phobia”–> evitare di mangiare cibi solidi per paura di soffocare;
  • Alimentazione selettiva;
  • Picky-fussy-eating–> mangiare troppo poco in modo schizzinoso, tendendo a scartare continuamente i cibi;
  • Food neophobia–> paura di provare qualsiasi alimento nuovo.

Il panorama dei DCA si è dunque allargato e non bisogna solo considerare come veri e propri disturbi quelli canonici quali anoressia e bulimia

Fonte: SDCA

15 marzo Giornata Nazionale Disturbo Comportamento Al.

Prenditi cura del tuo corpo e della tua anima. Pensa Positivo e custodisci il tuo corpo in modo sano

Oggi 15 marzo è la giornata Nazionale del #fiocchettolilla, dedicata ai  #Disturbi del Comportamento Alimentare.

E’ un’ occasione per #riflettere  #osservare i nostri comportamenti e soprattutto  quelli dei nostri figli.

i #DCA non coinvolgono solo le ragazze e i ragazzi, ma l’ intero gruppo familiare.

i #DCA  riguardano Cibo, peso, vissuto corporeo e molto altro ancora

Prendiamocene  #cura 

Dr. Annamaria Giancaspero

Lo SRED il Disturbo Notturno del Sonno associato al Disturbo dell’Alimentazione

Chi soffre di SRED?
Sembrano essere affetti da Disturbo Notturno del Sonno associato al Disturbo dell’Alimentazione dall’1 al 3% della popolazione generale e tra il 10-15 % delle persone con disturbi alimentari. Questo tipo di alimentazione notturna può essere un problema cronico o saltuario

Caratteristiche di chi soffre di SRED
Sembrerebbe che chi mangia di notte ed ha questo disturbo sia generalmente molto stressato e ansioso. In concomitanza con il disturbo possono comparire sentimenti di rabbia verso se stessi per la perdita di controllo notturno e sintomi depressivi a seguito dell’aumento di peso. L’aumento di peso infatti è una caratteristica molto comune in questo disturbo del sonno legato all’alimentazione.

La SRED trova un associazione con il sonnambulismo, la sindrome delle gambe senza riposo, e le apnee notturne. Il sonno di queste persone può essere frammentato infatti spesso risultano essere stanche quando si svegliano.
La ricerca più recente indica che la SRED non è collegata con disturbi alimentari come l’anoressia nervosa o la #bulimia; proprio per questa ragione si caratterizza più come un disturbo  specifico del sonno appartenente alle parasonnie che un disturbo alimentare.

http://www.annamariagiancaspero.it

BINGE-EATING E BODY IMAGE

Il BED (binge-eating disorder) è un disturbo del comportamento alimentare.

Il disturbo si caratterizza per le abbuffate ricorrenti e fuori dal proprio controllo.

Tipicamente i criteri diagnostici del BED non tengono conto degli elementi relativi all’immagine corporea (body image).

Tuttavia, pare che alcune persone con BED abbiano anche un disturbo dell’immagine corporea.

Pertanto, è stato condotto uno studio pilota per verificare l’efficacia di una terapia cognitivo-comportamentale per superare il disturbo dell’immagine corporea in persone con BED.

La terapia consiste in diverse  sessioni di gruppo  ed individuali di 60 minuti.

In ciascuna sessione si tenta di discutere e ristrutturare i pensieri disfunzionali sulla propria immagine corporea.

Inoltre, si può adottare la tecnica della distorsione di foto. Le persone modificano una loro foto al pc, indicando la dimensione del loro corpo: attuale, percepita e ideale.

Recenti studi hanno verificato che la terapia cognitivo-comportamentale risulta efficace e di supporto in pazienti sovrappeso con BED e disturbo dell’immagine corporea.

In particolare, la terapia incrementa la motivazione dei pazienti a perder peso e/o a modificare la loro percezione corporea, rendendola più realistica.

In casi di BED e altri disturbi alimentari la terapia psicologica è funzionale per il superamento del problema e l’inizio di un nuovo percorso di benessere.

Dr.ssa Annamaria Giancaspero

Corretta Alimentazione e riduzione di malattie

Una corretta alimentazione riduce il rischio di malattie renali.

I reni sono 2 organi situati ai lati della colonna vertebrale.

Essi svolgono importanti funzioni nel nostro organismo, ad esempio:

  • Eliminano le sostanze di scarto
  • Regolano l’equilibrio idrico nel corpo
  • Regolano la concentrazione ematica di potassio, sodio, calcio magnesio
  • Producono ormoni in grado di regolare la produzione di globuli rossi

Il funzionamento di questi organi dipende, in larga parte, dall’alimentazione.

L’Università americana di Baltimora, monitorando le abitudini alimentari di alcune persone, ha stimato la probabilità di sviluppare o meno malattie renali.

Chi segue una dieta a base di vegetali ‘sani’ e riduce al minimo l’assunzione di zuccheri, ha il 14% di probabilità in meno di sviluppare malattie renali.

Chi, invece, consuma raramente alimenti vegetali ma assume elevate quantità di zuccheri, ha una probabilità dell’11% di incorrere in complicanze renali.

La dieta ideale per prevenire questa, e altre malattie, prevede un consumo di frutta, verdure a foglia verde, patate dolci e cibi integrali.

Bisogna invece evitare bibite zuccherate, succhi di frutta come sostituti della frutta, caramelle, dolci e carboidrati in eccesso.

I reni, così come altri organi del nostro corpo, dipendono dalle nostre scelte alimentari.

Più attenzione per gli alimenti vuol dire più attenzioni e cure per il nostro corpo.

Fonte: Popular Science

Le etichette alimentari: perché leggerle

Le etichette alimentari sono essenziali in quanto ci offrono molte informazioni sui prodotti che desideriamo acquistare e consumare.

Non tutte le persone però prestano attenzione alle informazioni contenute sulle etichette. In questo modo, il carrello della spesa sarà pieno di cibi di cui non si conoscono informazioni sulle calorie e sui valori nutrizionali.

Le etichette contengono:

  • le informazioni nutrizionali,
  • le calorie per porzione,
  • l’elenco degli allergeni,
  • le indicazioni e i simboli per la salute,
  • le etichette relative alla sostenibilità.

Perché leggere un’etichetta?

Leggere le etichette ci permette di sapere cosa è contenuto negli alimenti confezionati e il numero di calorie. 

Per legge, l’etichetta deve  indicare il valore energetico in kilocalorie (kcal) e kilojoule (kJ). Successivamente troviamo voci relative al contenuto di grassi e grassi saturi, di carboidrati e zuccheri, di proteinesale per 100 grammi (g) or millilitro (ml).

Questi dati, solitamente, li troviamo sul retro di ogni confezione. Spesso, però, possiamo trovarli anche sul lato anteriore.

I dati nutrizionali possono essere forniti anche in base alla porzione e possono indicare il contenuto di fibre.

Qualora un prodotto sia presentato con specifiche indicazioni nutrizionali, dovrà essere indicato anche il suo contenuto specifico (come vitamine e minerali).

Dr.ssa Annamaria Giancaspero

L’OSSESSIONE DEL CIBO SANO

L’ossessione del cibo sano si chiama Ortoressia.

L’ortoressia può essere considerata un nuovo disturbo del comportamento alimentare (DCA).

Si tratta di un disturbo per il quale la persona sviluppa delle vere e proprie ossessioni per il consumo di cibo sano.

I soggetti ortoressici mettono in atto una serie di comportamenti quali:

  • Programmare anticipatamente i pasti
  • Occuparsi per ore ed ore dei cibi che possono consumare o meno
  • Scelgono cibi che spesso non sono di loro gradimento purché siano sani e/o biologici
  • Impiegare parecchio tempo al supermercato per scegliere gli alimenti che meglio soddisfano le loro esigenze
  • Utilizzano delle cotture particolari e stoviglie di un certo tipo.

Essi hanno mille dubbi sugli alimenti: la provenienza, gli OGM, il bio, il tipo di coltivazione e produzione, i conservanti, gli additivi, ecc.

La loro ossessione li porta a limitare le interazioni sociali e a isolarsi.

È infatti difficile, per loro, trovare qualcuno che possa condividere queste abitudini alimentari rigide e per nulla permissive.

Gli ortoressici non accettano quasi mai inviti a cena, ad un aperitivo o anche solo per un caffè.

L’ortoressico può arrivare al punto di convincersi che la sua salute dipenda solo ed esclusivamente dal cibo.

C’è chi, infatti, sostiene che dietro l’ortoressia vi sia la paura di sviluppare malattie, oltre alla paura delle contaminazioni, dell’invecchiamento e una percezione distorta del proprio corpo.

Inoltre, l’ortoressico è una persona che vuole avere il controllo su tutto, appare perfezionista e intransigente, nonché rigido con sé stesso.

Anche l’ortoressia è un disturbo che compromette l’equilibrio psico-fisico.

Aiutare gli ortoressici è possibile e il lavoro integrato di psicologi, medici e nutrizionisti è uno dei più efficaci.

Dr.ssa Annamaria Giancaspero

LA VIGORESSIA

La vigoressia è un disturbo del comportamento alimentare che si caratterizza per il costante pensiero del fitness e del cibo.

La vigoressia può essere può essere associata al crescente interesse per la palestra e ai canoni estetici che la società di oggi propone.

I social di oggi, in particolare Instagram, propongono infatti immagini di corpi perfetti, muscolosi, sempre tonici. Inoltre, sempre più brand propongono prodotti (es. proteine in polvere, integratori) per mantenersi in forma.

Il vigoressico è colui il quale si allena assiduamente per aumentare la sua massa muscolare.

Egli sta attento all’alimentazione, prendendo costantemente nota dei cibi che mangia e delle calorie che introduce.

Tiene nota dei suoi progressi e miglioramenti ma non ne è quasi mai soddisfatto, motivo per cui intensifica i suoi allenamenti.

Chi soffre di vigoressia teme in modo ossessivo che il suo corpo possa cambiare e perdere la sua tonicità.

La vigoressia porta gli individui a dare priorità esclusivamente alla palestra e ad una dieta rigida che non ammette eccezioni e strappi alla regola.

In questo modo, dunque, il lavoro, la famiglia, le relazioni interpersonali passano in secondo piano. La maggior parte organizza la loro vita in base agli allenamenti.

Se, ad esempio hanno in programma di andare in vacanza, cercheranno a tutti i costi una palestra sul posto o modalità alternative per allenarsi e saranno preoccupati di ciò che potranno mangiare.

La vigoressia colpisce soprattutto il genere maschile e gli atleti.

Le cause possono essere di varia natura: bassa autostima, ruolo dei social media, insoddisfazione corporea.

Al pari di un qualsiasi altro disturbo del comportamento alimentare, anche la vigoressia causa disagio e compromissione, motivo per cui diventa necessario un intervento specifico per far sì che l’individuo possa ritornare ad una situazione di equilibrio e benessere, in primis, mentale.

SCHIZZINOSI DA PICCOLI, SCHIZZINOSI DA ADULTI

Chi è schizzinoso da piccolo tenderà, con più probabilità, a diventare molto esigente a tavola da adulto.

Si sa che i bambini hanno dei gusti particolari e sono molto selettivi nelle scelte alimentari.

Chiunque avrà notato che da piccolo consuma con piacere alcuni cibi e ne elimina quasi completamente altri, a meno che i genitori non insistano e ricorrano a degli escamotage.

Tendenzialmente l’atteggiamento schizzinoso diminuisce con l’avanzare degli anni.

Maturando, il bambino dovrebbe imparare ad approcciarsi diversamente al cibo e a sperimentare nuovi sapori.

Tuttavia, alcuni bambini persistono con il loro atteggiamento selettivo e rimangono schizzinosi anche da adulti.

La Stanford University School of Medicine della California ha indagato questo curioso fenomeno.

I ricercatori hanno riscontrato che molti soggetti adulti, definiti palati molto esigenti nell’infanzia, avevano mantenuto un’alimentazione selettiva, simile a quella della tenera età.

I ricercatori non hanno trovato alcun legame con lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare (DCA) nel campione di soggetti analizzato.

L’elemento curioso e interessante rimane la rigidità mentale di alcune persone che le porta prediligere sempre gli stessi alimenti, rifiutandone altri.

Nonostante non si parli di DCA, bisogna tenere presente, che essere troppo schizzinosi potrebbe tradursi in alimentazione scorretta e malnutrizione.

Se si consumano sempre gli stessi alimenti, il nostro corpo non riceverà i nutrienti necessari per accrescersi ed essere sempre efficiente.

Variare, invece, è funzionale per il nostro corpo e ci permette anche di sperimentare nuovi gusti e sapori che potrebbero, magari, diventare i nostri preferiti.

Il consiglio, dunque, è quello di variare il più possibile la scelta dei cibi in modo da assicurare i giusti nutrienti all’organismo e non cadere nella monotonia.

Fonte: Popular Science