IL CIBO DICE CHI SIAMO

Il cibo, oltre a nutrirci e garantirci di sopravvivere, è anche espressione dei tratti di personalità.

Il cibo, dunque, rappresenta chi siamo. C’è chi è un tipo ‘dolce’ o chi ‘salato’ e ad ogni categoria corrispondono delle caratteristiche personali.

Le preferenze alimentari, oggi, sono davvero tantissime… vegetariani, pescetariani, carnivori, vegani: ce n’è per tutti i gusti.

Mentre prima queste scelte erano elitarie, adesso invece riguardano un numero sempre maggiore di persone.

Molte di queste scelte, però, dipendono dalla psiche e dalla genetica.

Ad esempio, da neonati si sviluppa la preferenza per i sapori dolci grazie all’assunzione del latte materno, dolce e tiepido.

Negli ultimi anni si è registrato un maggior interesse da parte degli psicologi di indagare il rapporto con il cibo. Le ricerche hanno rilevato delle correlazioni tra il carattere delle persone e i gusti alimentari.

Pare che chi prediliga i cibi dolci manifesti un ‘effetto bontà’ ovvero sia collaborativo,emotivo, disponibile, più attento agli altri. Chi invece preferisce il salato, sembra essere più intraprendente, estroverso ed indipendente.

Inoltre, il modo in cui mangiamo (vorace o meno) è un indizio su come si faccia l’amore. E non stupisce il fatto che il  valore del cibo possa essere introdotto anche nelle performance sessuali.

La parola cibo non può semplicemente tradursi nel verbo ‘mangiare’ ma è qualcosa di più complesso e soprattutto personale.

Fonte: Focus

DIETE ONLINE: SI O NO ?

Quanti dopo le vacanze estive pensano “oddio, devo rimettermi a dieta”? E quanti ancora dicono “da lunedi dieta”? (Quasi) tutti vero?

L’idea della dieta sembra ormai essere dominante nella nostra mente e diviene un pensiero fisso che ci porta a voler agire nell’immediato per raggiungere degli obiettivi.

Oggi, infatti, le diete proposte sono tantissime e molte di queste vengono divulgate sul web.

Chi per semplice curiosità, chi per un consiglio, chi per necessità: un po’ tutti cercano diete online.

Sicuramente molte di esse potranno funzionare e portarvi a realizzare il fisico dei vostri sogni ma, come in tutte le cose, ci possono essere dei risvolti negativi.

Nel momento in cui una persona decide di cambiare stile di vita e cambiare il proprio regime alimentare, affidarsi ad una dieta pubblicata online non è proprio la soluzione migliore: ognuno di noi ha esigenze diverse, fisicità differenti, obiettivi differenti.

Inoltre, sono diverse le aziende che cercano di convincere il proprio pubblico ad acquistare prodotti dimagranti, tisane e altri alimenti o bevande che, a parer loro, aiutino a perdere peso facilmente e senza troppi sforzi.  Si tratta di scorciatoie e spesso falsi miti  sul dimagrimento quindi è necessario fare attenzione su cosa assumiamo.

La parola dieta oggi ha assunto un’accezione negativa infatti sarebbe meglio parlare di comportamento alimentare corretto e sano.

Imparare ad alimentarsi correttamente porterà benefici a livello fisico ma soprattutto a livello mentale: si avrà una migliore autostima, maggiore volontà a relazionarsi con gli altri e maggiore sicurezza.

Ricordate: il modo di alimentarsi è spesso alla base non solo del nostro benessere salutistico ma anche del nostro benessere psicologico.

FOOD ADDICTION : ALCUNI CIBI SONO KILLER?

Sicuramente tutti sappiamo che zuccheri, carboidrati, dolci, snack salati e merendine possono far ingrassare e alterare  i livelli glicemici del nostro organismo. Ciò che invece alcuni sottovalutano è il fatto che questi cibi e sostanze possano creare una vera e propria dipendenza.

Dipendenza è un termine che indica l’attaccamento a qualcosa o qualcuno e la difficoltà di privarsene.

Spesso, quando si parla di dipendenze, si fa riferimento ad alcol o droghe ma non sono le uniche.

Anche la dipendenza da cibo crea assuefazione e porta alla continua ricerca di alimenti che ci soddisfino.

La dipendenza alimentare è un fenomeno che colpisce un notevole numero di persone le quali possono perdere il controllo sulle quantità di cibo che assumono.

Gli alimenti che creano dipendenza sono soprattuttoquelli composti da notevoli quantità di zuccheri, da farine bianche e poco lavorate, da grassi saturi e da eccessive dosi di sale: si tratta dei cibi che fanno dire “uno tira l’altro”. Oppure non riesco a farne a meno

A lungo andare, la dipendenza alimentare può portare le persone a sviluppare malattie fisiche e, molto spesso, problemi di natura psicologica.

Dire di no a qualche tentazione può spesso essere un bene per evitare di incorrere nella dipendenza alimentare; se, invece, si è già dipendenti, è consigliabile consultare degli specialisti (medici, nutrizionisti, psicologi) per cercare di superare il disturbo e ristabilire il proprio benessere e rapporto consapevole con il cibo.

Il Burro – utilizzo nello Svezzamento alimentare

Il burro rappresenta la parte grassa del latte, separata dalla maggior parte delle proteine, degli zuccheri e dell’acqua presenti nel prodotto.

Per legge, se viene chiamato burro senza ulteriori specifiche è sempre un derivato di latte bovino, e non può contenere alcun tipo di grasso aggiunto (né animale, né vegetale) oltre a non poter contenere alcun additivo. La produzione può avvenire tramite due diverse tecniche di lavorazione, l’affioramento e la centrifuga.

Con la tecnica dell’affioramento il latte vaccino viene fatto riposare per un periodo di tempo variabile dalle 8 alle 12 ore; durante questo tempo la parte grassa del latte si separa dalla parte liquida e finisce per affiorare in superficie.

Con la tecnica della centrifuga invece si opera meccanicamente; di fatto, la parte grassa del latte viene separata da quella liquida attraverso un processo di centrifugazione.

In commercio sono disponibili diversi tipi di burro oltre al burro tradizionale che è soggetto a precisa regolamentazione. Essi si distinguono per la diversa quantità di lipidi in essi contenuti tra cui:

Burro chiarificato
Il burro chiarificato è un burro che si distingue da quello tradizionale per essere composto quasi nella sua totalità da grassi, un po’ come l’olio di oliva o gli altri oli. Viene prodotto a partire dal burro tradizionale, solo che vengono tolte le parti che non sono grassi; facendo liquefare il burro, si fanno sedimentare (con una centrifuga, a livello industriale) le parti che compongono il burro, così che il grasso si separi dalle caseine che si separano dall’acqua. Le parti sono ben divise, nel burro, e così quelle che non servono possono essere eliminate, rimanendo con circa il 99% di grassi, 1% degli altri componenti.
Eliminando in modo praticamente completo gli zuccheri, il burro chiarificato può essere consumato anche dagli intolleranti al lattosio.

Burro salato
Il burro salato è un burro molto simile a quello tradizionale con la differenza che, terminata l’ultima fase di produzione (quella in cui il burro viene impastato) si aggiunge un’ulteriore fase che è quella di salagione, che porta il prodotto ad avere una salinità del 2%. All’estero, e in particolare in Francia è molto diffuso, tanto da rappresentare un’alternativa al burro tradizionale.

Burro alleggerito
è un prodotto abbastanza semplice: contiene solamente i ¾ dei grassi che solitamente sono presenti nel burro.
Venduto come prodotto utile alla salute la differenza principale, e più visibile, rispetto al burro tradizionale è che la consistenza è minore, essendo presente più acqua che, a temperatura ambiente, è liquida.  Non si può definire “burro” dal punto di vista legale, perché non rispetta le quantità minime richieste dalla normativa.

fonte : Accompagnamento Alimentalmente – Eleven Edizioni

Body image e consapevolezza corporea

L’immagine corporea o Body image

è  la rappresentazione di chi pensiamo di essere, gioca un ruolo cruciale nell’autostima e proprio da questa possono dipendere i disturbi alimentari o la depressione.

Si è soliti pensare che l’idea del fisico perfetto domini nelle adolescenti e nei giovani. In realtà, la soddisfazione o insoddisfazione del proprio corpo, della propria taglia e in generale dell’immagine che si ha di sé stessi, è qualcosa che riguarda persone di ogni etnia e di tutte le età.

Non deve dunque sorprenderci il fatto che donne di 50 anni o più riflettano sulla loro immagine di sé; infatti, uno studio pubblicato nel 2013 sul Journal of Woman and Aging ha cercato di indagare sul grado di soddisfazione della propria immagine corporea nelle donne con più di 50 anni d’età.

In un campione costituito da 1800 donne americane, soltanto il 12% afferma di essere soddisfatto del proprio corpo e del Body image. Le percentuali maggiori di insoddisfazione riguardano la propria

  • pelle,
  • pancia
  •  volto
  • gambe

Nonostante molte donne si ritengano insoddisfatte, ve ne sono altre che mostrano di non avere problemi con il proprio corpo e con la loro immagine e i ricercatori notano che queste donne non subiscono l’influenza degli innumerevoli marchi di cosmetici che propongono prodotti anti-age.

Creare un’immagine positiva di sé non è sicuramente semplice e richiede del tempo ma vi possono essere alcuni metodi che aiutano ad avere una miglior consapevolezza di sé e del proprio corpo.

E’ fondamentale prendersi cura del proprio corpo come di una persona cara, di non soffermarsi solo sui difetti ma di considerare anche gli aspetti positivi e valorizzarli.

A qualunque età è importante non essere ossessionati dall’idea della perfezione fisica: è questo il primo passo per il raggiungimento di un equilibrio fisico e mentale.

Dr.ssa ANNAMARIA GIANCASPERO

Insoddisfazione corporea tra i giovani

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono molti e possono dipendere dal grado di soddisfazione o insoddisfazione della propria immagine corporea (body image).

Valutare l’insoddisfazione corporea è fondamentale per il trattamento dei disordini alimentari perché permette di capire in che modo agire e quali strategie adottare per far sì che i pazienti acquisiscano nuovamente fiducia in sé stessi e sul proprio corpo.

L’insoddisfazione relativa alla propria immagine è molto diffusa tra i giovani adolescenti e, recenti ricerche, mostrano che essa è più elevata in individui che soffrono di Bulimia Nervosa.

Ad una ricerca condotta in Spagna nel 2016 hanno partecipato 204 pazienti adolescenti. Dalle loro risposte a una serie di questionari è emerso un basso livello di autostima, di sintomi depressivi e una forte tendenza a ricercare una forma fisica perfetta.

La Bulimia Nervosa, così come altri disordini alimentari, può portare gli adolescenti a considerare il proprio corpo come “nemico” e a non essere mai soddisfatti di sé e della propria fisicità.

Queste ricerche permettono di implementare programmi di prevenzione e interventi specifici per affrontare i DCA e per aiutare gli adolescenti a capire che il rapporto con il proprio corpo e con lo specchio non deve essere nocivo bensì positivo.

Gli adolescenti che soffrono di DCA vanno aiutati nel riacquistare la consapevolezza della propria immagine e delle proprie abilità e potenzialità.

https://link.springer.com/article

Quanto la psiche influenza il nostro rapporto con il cibo?

CIBO, CERVELLO E PSICHE

A chi non è accaduto di sentirsi solo o annoiato e mangiare per riempire un “vuoto”? Oppure  saltare un pasto perchè troppo tesi o nervosi?

Solo le persone più consapevoli riconoscono quanto la nostra mente influenzi il nostro rapporto con il cibo.

Infatti esiste un tipo di Influenza emotiva cioè l’associazione tra emozioni soprattutto negative (come tristezza, rabbia, vergogna e senso di colpa) e abbuffate oppure restrizioni alimentari.

L’ Influenza situazionale invece quando, sotto stress, alcune persone mangiano di più e altre saltano i pasti per cause esterne (problemi sul lavoro o in famiglia).

Ma è possibile migliorare il proprio rapporto con il cibo?

Si, attraverso con un sostegno psicologico che ci permetta di ottenere maggiore consapevolezza alimentare ed equilibrio psicofisico e gestione emozionale.

Trovare la giusta strategia comportamentale, che ti permetta di reagire agli impulsi alimentari, spesso dettati da un’ inconsapevolezza alimentare che ti porta alla dipendenza.

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Sindrome premestruale (SPM) cos’è ?

L’azione degli ormoni si fa sentire in ogni fase della vita fin dalla nascita nell’infanzia e nell’adolescenza, nella giovinezza, nella maternità e nella menopausa.

La SPM, termine introdotto negli anni ’60 da Greene e Dalton, è un insieme di sintomi fisici ed emotivi che ci avvertono, 7-10 giorni prima, dell’arrivo delle mestruazioni.

Umore altalenante, irritabilità, nervosismo che il più delle volte sfocia in isterismo ingiustificato, mal di schiena, testa che sembra scoppiare, ritenzione idrica e dolore al seno sono i sintomi più diffusi.

Ma cosa accade prima dell’avvento del ciclo mestruale?

  • Tensione mammaria
  • Sensazione di gonfiore diffuso
  • Cefalea
  • Disturbi dell’appetito
  • Costipazione o diarrea
  • Dolori muscolari e/o alla schiena
  • Aumento di peso
  • Aumento di appetito

L’irritabilità e l’aumentato appetito che, spesso, caratterizzano i giorni precedenti le mestruazioni dimostrano la stretta correlazione tra cibo e ciclo mestruale. Lo squilibrio alimentare è una delle cause più frequenti di alterazioni del ciclo mestruale. Un corretto bilancio di vitamine, minerali e altri nutrienti preziosi aiuta ad affrontare al meglio le sue diverse fasi.

Assumere cioccolato durante la sindrome premestruale, stimola la produzione di endorfine e la produzione di serotonina riducendo i disturbi tipici di questo periodo.

Anche la somministrazione di magnesio (Mg) è utile per il mal di testa, la tensione mammaria e i crampi (che si presentano in corrispondenza delle mestruazioni).

 

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Le etichette nutrizionali e per la salute

È utile sapere come leggere e interpretare le etichette nutrizionali, è importante comprendere le basi di un’alimentazione e di una vita sana.

Cosa sono le indicazioni nutrizionali e per la salute?
Un’indicazione nutrizionale o per la salute suggerisce che un dato prodotto abbia proprietà benefiche in base alla presenza di uno o più ingredienti. Tali indicazioni devono soddisfare le norme europee che ci proteggono da pubblicità ingannevoli e consentire un’equa comparazione tra i prodotti.

INDICAZIONI NUTRIZIONALI: dichiarano, suggeriscono o comunicano implicitamente il fatto che un dato alimento possegga particolari proprietà nutrizionali

INDICAZIONI PER LA SALUTE: dichiarano, suggeriscono o implicano un collegamento tra un alimento o un ingrediente e un effetto sulla salute, ad es. “contiene calcio, necessario per la crescita ossea.
Nell’Unione europea sono ammesse sulle etichette solo le indicazioni scientificamente fondate. Tuttavia è necessario verificarle con attenzione.

 

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